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RISE' CLAUDIO
Il padre, l'assente inaccettabile
RISE
Autore:
RISE' CLAUDIO
Titolo:
Il padre, l'assente inaccettabile
Descrizione:
Editore:
San Paolo / Edizioni Paoline
Data di edizione:
marzo 2003
Pagine:
168
Dimensioni cm.:
13,5x21
ISBN13:
9788821548437
Codice:
155263
Collana:
Problemi sociali oggi 8
Prezzo:
Disponibilità:
* Offerta valida 30 giorni (fino ad esaurimento scorte)
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Lingua
Italiano
Allegati:
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La collana Problemi sociali oggi
La sezione affronta i problemi relativi al rapporto tra etica ed economia nell'ambito della società contemporanea e avendo come riferimento la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica.
L'Occidente contemporaneo è definito dalle scienze sociali "una società senza padri".
Alcuni vi vedono la fine, positiva, di ogni "patriarcato"; altri, come l'autore, notano con preoccupazione il vuoto lasciato dall'assenza paterna.
Per Claudio Risé, psicoanalista di formazione junghiana e docente di scienze politiche e sociali, il padre è la figura psicologica che collega la biografia individuale al piano trascendente e consente così l'integrazione del dolore e della perdita attraverso l'insegnamento esemplare del suo senso.

La "società senza padri" appare, quindi, come un mondo che ha smarrito il senso religioso e, con esso, la capacità di dare significato alle prove della vita, cui l'individuo reagisce infantilmente attraverso il rifiuto e la negazione o con la depressione.

Il libro entra nel vivo della cronaca di oggi mostrando come l'assenza paterna non nasca da fumosi processi psico-sociologici, ma dalla diffusione di separazioni e divorzi, che si concludono quasi sempre con l'espulsione dei padri da casa e con la rottura (o il grave indebolimento) del loro rapporto con i figli.

A questo si aggiunge l'attuale legislazione abortista, che per la prima volta nella storia umana toglie la parola al padre in materia di procreazione.

Di fronte agli enormi danni umani e psicologici di questa situazione, si va delineando una reazione, diffusa soprattutto fra i giovani, di cui Risé presenta, e interpreta, le prime forme. Si tratta di un sentire condiviso, che si traduce in usi e costumi nuovi, atti a dare spazio e considerazione a un padre consapevole e responsabile.

L'autore
Claudio Risé, psicoanalista, è tra l'altro membro dell'Istituto di Studi Superiori Gerolamo Cardano (Università dell'Insubria), del Consiglio Direttivo dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia e del Comitato scientifico di Fondazione Liberal.
Sulla psicologia maschile sono stati recentemente ristampati, per Red Edizioni, i suoi: Parsifal (trad. spagnola: Perceval, Ibis, Barcelona) ed Essere Uomini (trad. brasiliana: Ser Homens, Lyra Ed., Curitiba, PR.). ----------------Assente inaccettabile Intervista di Luca Gallesi avvenire 10 maggio. D. dal libro emerge un'identità di punti di vista tra la concezione cristiana della vita e quella di uno psicologo laico che vede in divorzio e aborto due ferite che minano alla radice l'equilibrio degli individui e della società. R. La cura psicologica ha come obiettivo il risanamento e il rafforzamento della relazione con la vita, ed i suoi aspetti creativi. Ora sia il divorzio sia l'aborto sono due esperienze di morte, nelle quali la vita è distrutta. Questa distruzione è registrata nell'inconscio come una perdita incancellabile, che segna profondamente la individuo. Ora più la cultura dominante istituzionalizza " normalizza" queste esperienze di morte, più difficile diventa per la coscienza riconoscerne la natura mortifera, ed elaborarne quindi il pesante lutto. Respinti dall'inconscio questi eventi di distruzione vitale" regrediscono" diventano volta a volta fantasmi persecutori, complessi, idee ossessive, paure, comportamenti distruttivi verso di se o verso gli altri. Nella società in cui la vita e gli affetti possono essere distrutti con l'approvazione della legge trionfa, naturalmente il panico: la psiche è presa dalla paura. Negando il carattere mortifero del divorzio e dell'aborto, insomma, l'attuale cultura dominante non fa altro che moltiplicare la distruttività della vita di chi fa l'esperienza. D. In che termini l'assenza del padre può essere ritenuta responsabile di questi gravi turbamenti. R. La funzione simbolica del padre è quella innanzi tutto di generare la vita. E poi di custode della vita che è stata creata, com'è ben dimostrato dalla figura di Giuseppe nell'infanzia di Gesù., da lui protetto nello sterminio dei neonati, voluto da Erode. Se i padre è psicologicamente o fisicamente assente, o perché assorbito dalla carriera, o perché espulso di casa da un divorzio, non può più svolgere le sue funzioni di creatore e custode della vita. D. La sua denuncia dell'esistenza, soprattutto nelle nazioni anglosassoni, di una vera e propria fabbrica di divorzi, ossia d'aggregazioni di persone e burocrazie che vivono organizzando la rottura delle famiglie, è molto precisa e drammatica.. Ci dobbiamo preoccupare anche in Italia di qualcosa di simile. R. Sarebbe ora di farlo, dato che se non siamo ancora al divorzio ogni due matrimoni, come negli Usa il ritmo di crescita dei fallimenti matrimoniali è in forte crescita, specie nelle regioni più agiate. Citerò inoltre il caso di migliaia di bimbi sottratti alle famiglie perché troppo povere, o in situazioni problematiche, ed affidati ad istituti privati, con rette elevate a carico della comunità, e trattamenti miserrimi o addirittura criminali per i bambini, come le cronache periodicamente illustrano. O molti casi di divorzio sollecitato da assistenti sociali, con la minaccia, altrimenti di prelevare i bambini. O infine l'opposizione degli avvocati divorzisti alla legge in discussione sull'affido condiviso, che è un modo di introdurre il padre nell'educazione dei figli che ha generato. D. La secolarizzazione della famiglia e il passaggio delle competenze educative alla madre è fatta risalire, nel suo libro, a Lutero e alla riforma protestante. R. La riforma secolarizza il matrimonio, e l'intera vita familiare, sottraendola al regno di Cristo ed alla relazione con il Padre. Di li comincia un processo di svuotamento della presenza paterna, che si realizza poi con l'industrializzazione, e diventa infine sistema D. Come si lega la scomparsa del padre alla caduta della vitalità, che lei denuncia come carattere della società occidentale. R. La vitalità, il gusto per la vita, è legata nell'essere umano al senso di quest'esperienza, al suo significato. Ora dal punto di vista simbolico, psicologico e pedagogico, è proprio il padre che trasmette colui che trasmette il sapere della perdita, costitutiva dello sviluppo umano, e insegna ad utilizzarne le energie, indirizzandole verso un progetto dotato di scopo. Togliere di mezzo il padre nella sua sostanza simbolica e non come semplice figura d aiuto, ha dunque corrisposto allo smarrimento del significato della perdita, della frustrazione, del sacrificio, e quindi del senso stesso della vita. Come dice perfettamente la narrazione cristiana se non si prende la Croce, facendo la volontà del Padre, non c è nessuna la ri-nascita.

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