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ECO UMBERTO
La misteriosa fiamma della regina Loana
ECO UMBERTO, La misteriosa fiamma della regina Loana
ECO UMBERTO, La misteriosa fiamma della regina Loana
Autore:
ECO UMBERTO
Titolo:
La misteriosa fiamma della regina Loana
Descrizione:
Editore:
Bompiani
Data di edizione:
giugno 2004
Pagine:
451
Dimensioni cm.:
15x22
ISBN13:
9788845214257
Codice:
168103
Collana:
0
Prezzo:
Disponibilità:
* Offerta valida 30 giorni (fino ad esaurimento scorte)
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Lingua
Italiano
Allegati:
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Di Umberto Eco non avevo mai letto una pagina. Quando è uscito "Il nome della rosa" era l'anno di "Un paese senza" di Arbasino. Nel periodo del "Pendolo di Foucault" ero impegnato con "Calendario" di Cattabiani, "L'occhiale malinconico" di Ceronetti, "Dietro l'immagine" di Zeri. "L'isola del giorno prima" entrò in conflitto con Mario Perniola ed Elena Soprano. "Baudolino" venne incautamente pubblicato a ridosso di "Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio" di Valentino Zeichen. Quindi non fu cattiva volontà: semplicemente per Eco, Salvalaggio e Bossi Fedrigotti non ho mai trovato il tempo. Ma la vita è lunga, riserva molte sorprese, e la sorpresa di oggi sta nel fatto che ho comprato "La misteriosa fiamma della regina Loana" (Bompiani, 451 pagine, 19 euro). In copertina c'è scritto che è un romanzo illustrato, quindi la tentazione è di non leggerlo nemmeno stavolta, Eco, ma di guardare soltanto le figure. Più che un romanzo è una vecchia soffitta: ci sono gli albi di Clarabella, le copertine dei libri di Nick Carter, intere pagine del Corriere dei Piccoli, francobolli della British Central Africa, canzoni del Trio Lescano_ C'è anche l'albo a fumetti di Cino e Franco (chi erano costoro?) dedicato alla regina Loana da cui il titolo. Ognuno ha le collezioni che si merita, molto meglio quelle di Mughini, che almeno un romanzo illustrato lo avrebbe riempito di donne nude. Qui c'è soltanto Josephine Baker, in formato microscopico a pagina 383, con un po' di tettine di fuori. A quel tempo bastava: "Credo sia stata la mia prima eiaculazione" dice il protagonista. A pagina 110 c'è la tavola dei supplizi ricavata dal Nuovissimo Melzi del 1905. Dovrei trarne ispirazione però mi sembra eccessivo punire un autore settantenne con la crocifissione,la fucilazione o l'interramento, solo perché colpevole di rigattieria. Questo Umberto Eco è uno scrittore generazionale, come i trentenni pubblicati da Einaudi Stile Libero e Minimum Fax. Anziché giovanilista è un senilista, ma cosa cambia, sono tutti schiavi del Tempo. Se l'arte è una battaglia contro la morte, Eco si è messo in un angolo da solo, e sta perdendo. Lui è l'Aldo Nove della generazione nata negli anni Trenta: lo stesso affastellamento di marchi e personaggi effimeri, lo stesso freddo appassionarsi per i media più scadenti, la stessa inautenticità di chi nel '63 o nel '93 ha firmato il patto col diavolo dell'avanguardia, e quando l'anima l'hai venduta poi non c'è modo di ricomprarla. "La misteriosa fiamma" non è nemmeno come l'Allegoria del Bronzino conservata alla National Gallery, in cui un vecchio sta per gettare il drappo nero sulla scena dove Venere e Amore si sbaciucchiano. Qui il vecchio è già passato, Venere e Amore sono pieni di tarli giù in cantina, la letteratura ha lasciato il campo al modernariato. A volerlo proprio leggere, questo libro è una lunga didascalia, un romanzo divulgativo dove ogni scintilla di erudizione viene subito spenta da uno spruzzo di spiegazione, come in un qualsiasi libro di De Crescenzo con la differenza che De Crescenzo è considerato un cabarettista mentre Eco è "Presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici presso l'Università di Bologna", sette maiuscole in tre righe di risvolto.Umberto Eco è un pompiere pomposo, lo vidi all'opera in una conferenza appunto bolognese. Quel giorno (ma pare che faccia sempre così) mobilitò ogni suo pelo per mostrarsi intelligente e divertente, il più intelligente e il più divertente di tutti. Gigione, pavone, balanzone, capoclaque di se stesso, rideva delle sue facezie ancor prima di averle terminate. Un uomo noiosissimo. In prima fila c'era Inge Feltrinelli che sghignazzava o forse digrignava, difficile capirlo visto che in lei le espressioni sono coincidenti. Ma torniamo al libro, che comincia con un signore che ha perso la memoria, un vecchio trucco che Andrea Pinketts si vergognerebbe di riciclare. Il dottore gli ricorda di chiamarsi Giambattista Bodoni, la moglie gli rammenta di avere un nipote... la prima metafora che verrebbe in mente a chiunque per rappresentare la confusione mentale del protagonista. A pagina 250 "La misteriosa fiamma della regina Loana" viene definita la "storia più scipita che mente umana abbia potuto concepire", l'autore sta parlando del fumetto ma intanto nell'orecchio del lettore è entrata la famosa pulce, e chi la sloggia più. Come lo vuoi punire uno così? Verrebbe da dirgli "vada, vada", col tono che hanno i poliziotti quando lasciano andare il poco-dibuono che non è stato nemmeno capace di commettere un reato significativo. Però è un peccato sprecare il titolo. Con l'accendino ricavo una fiamma che non sarà misteriosa però brucia lo stesso. La avvicino ai suoi piedoni irsuti. Lui chiede mercé. Impietosito la dirigo verso il libro che prende subito fuoco con tutti i suoi Flash Gordon, le sue signorinelle pallide, i suoi Sandokan, le sue Loane, i suoi ba-ba-baciami piccina, i suoi Alvari Corsari. Chiamo la donna delle pulizie che spazza la cenere nel tombino. Apro il "Dizionario dei vitigni antichi minori italiani" del professor Attilio Scienza e finalmente comincio a leggere qualcosa che promette di avere un futuro. Camillo Langone " IL Foglio"

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